venerdì 28 gennaio 2011

San Pietro Apostolo (CZ).. la storia...

Sarebbe cosa bella e gradita,risalendo a ritroso nella storia,descrivere il paese negli anni più antichi,ma entreremo in un discorso molto arduo e fiabesco,data la mancanza di atti certi.Possiamo iniziare dicendo che la storia di S.Pietro Apostolo trae origine da quella di Motta Santa Lucia,in quanto alcuni scontenti,andando via da quel paese e raggiungendo un piccolo colle sito ad ovest della zona ove ora sorge il paese,vi costruirono alcune capanne (pagliai): da qui la denominazione "Colla è Pagliara".Ma in un secondo tempo,verso il 1600,dato che quella zona si dimostrò pessima per il soffiare dei venti,si spostarono più ad est,punto ove ora sorge il paese,e vi iniziarono la costruzione,oltre che delle loro case,anche di una Chiesa,dopo aver ottenuto dal principe di Tiriolo di poter coltivare ad enfiteusi i terreni appartenenti ai suoi feudi.Per questo fu costruito al centro del paese un grande magazzino per contenere le derrate e che successivamente diede il nome di "Magazzino" al rione dove esso sorge.A questa zona fu dato il nome di San Pietro a Tiriolo,che,dopo aver avuto l'autonomia amministrativa,fu cambiato in San Pietro Apostolo nel 1860,ed a ciò contribuì anche la sosta che il valoroso Giuseppe Garibaldi fece in questo paese il 28 del mese di agosto del 1860 in casa Tomaini nella sua trionfale avanzata verso il Napoletano durante l'eroica spedizione dei Mille.Generale che fu accolto molto benevolmente dalla popolazione Sanpietrese anche se c'era chi, stupito ed incredulo,osservava curioso dalle finestre socchiuse delle case,la strada gremita.Molta gente di S.Pietro si unì all'eroe "dei due mondi"ed il giorno dopo avvenne in Soveria Mannelli il grande disarmo Borbonico che contribuì a portare il nostro meridione verso la libertà,con l'annessione al Regno di Sardegna si diede vita all'Italia unita.Ma anche se l'Italia era fatta bisognava "fare gli italiani".Basti infatti pensare che lo Stato Borbonico era uno stato del "tirare a campare",nel senso che non opprimeva con molte tasse i suoi sudditi perchè le spese pubbliche erano quasi nulle.Ma lo Stato Italiano era appena fatto ed in più ingrandito ,non c'è la faceva,quindi,a tirare avanti così come stavano le cose ,mise allora delle tasse,le quali sembrarono molto aspre al popolo meridionale, ed istituì la coscrizione obbligatoria.Ciò diede vita al fenomeno del brigantaggio,che,dalle maggiori città dell'ex regno borbonico,si sviluppò in quasi tutti i paesini,raggiungendo anche il nostro.

Con lo scoppio della 1° Guerra Mondiale si ebbero per la popolazione del paese le prime grandi perdite,perdite che non vi furono soltanto,con l'applicazione della coscrizione obbligatoria,per la valorosa partecipazione al conflitto,ma anche nella popolazione civile a causa della diffusione,verso la fine del conflitto, di una epidemia mortale che fece molte vittime specie negli anziani e nei bambini,"la Spagnola"(si tramanda che i falegnami non riuscivano a costruire delle idonee bare,ma solo "quattro tavole inchiodate" e non vi era partecipazione al rito funebre per il pericolo di contagio).
Le vittime si moltiplicarono nel secondo conflitto mondiale specie per la partecipazione,insieme ai tedeschi,alla campagna russa.il conflitto fu vissuto direttamente da parte della  popolazione sanpietrese,anche se i bombardamenti non interessarono il centro abitato,ma le campagne circostanti,per la ubicazione di un Hospedale militare nell'edificio delle scuole elementari (l'hospedale era contrassegnato con lo stemma della Croce Rossa Italiana sul tetto).
Negli anni 50, con l'abbandono di un'economia prettamente agricola,iniziò una vera e propria crisi occupazionale,per cui il paese fu interessato da una vasta ondata migratoria,verso l'Italia del nord,dove,per l'ampliamento del settore industriale,vi era una grande ricerca di manodopera,ondata che ridusse gli abitanti del paese dalle circa 3500 unità alla metà e che continuò anche se con minore entità,nei decenni successivi.
E' da sottolineare,altresì,che in un disastro ferroviario delle Ferrovie Calabro Lucane oggi Ferrovie Della Calabria il 23/12/1961,avutosi per il deragliamento di un vagone nella scarpata adiacente alla Fiumarella,morirono 7 persone residenti a S.Pietro Apostolo.
Politicamente,all'avvento della Repubblica ad oggi,i vari sindaci che si sono succeduti,hanno dato,chi più chi meno,una mano per portare il paese verso il progresso ed il benessere collettivo e per cercare di abbellirlo in ogni sua parte,a ciò basti pensare,ad esempio,alle strade costruite per snellire il traffico del centro cittadino ed ai lavori di recupero del centro storico.
Tratto dal libro "Un paese dal nome imponente San Pietro Apostolo viaggio nella storia,nella vita,nelle tradizioni. Di Antonio Sacco e Antonio De Santis.

La video ricetta,crema mandorlata con base di savoiardi.



Prendere una pentola aggiungere un litro di latte parzialmente scremato e lasciar riscaldare a fuoco lento,nel frattempo in una terrina sbattere quattro rossi d'uovo con l'aggiunta di quattro cucchiai di zucchero,in un'altra terrina fate sciogliere quattro cucchiai di maizena (amido di mais) con un po di latte e munitevi di due bicchierini di alchermes (liquore per dolci) una volta pronto il tutto immettete nella pentola quando il latte è tiepido,mescolare a fuoco lentissimo fino a crearsi una crema densa nel frattempo preparate un vassoio poggiando dei savoiardi e bagnate con l'alchermes poi versate sopra la crema ricoprendoli spolverate di cacao in polvere cospargendo di granella di mandorle e pinoli,raffreddate e poi mettete in frigo per un'oretta.!!!!!..Buon dessert..

giovedì 27 gennaio 2011

27 Gennaio Giorno Della Memoria.

Oggi 27 Gennaio ricorre la celebrazione del Giorno della Memoria che ricorda la data in cui gli alleati liberarono Auschwitz dai tedeschi.
Quando il 27 gennaio 1945 le forze alleate varcarono la porta del campo di concentramento di Auschwitz lo spettacolo che si presentò ai loro occhi fù a dir poco drammatico. Uomini e donne umiliati nel fisico e nella mente, ridotti al limite della sopravvivenza, ammassati in luride baracche in attesa del proprio destino, quello di morire senza colpe, solo quella di essere ebrei.
Ma cos'è la Shoah ?
Il termine Shoah in ebraico significa "catastrofe" e si riferisce alla nefandezza che il regime nazista ha messo in atto durante la II guerra mondiale sterminando oltre 6 milioni di ebrei.
L'evento clou ci sarà oggi 27 gennaio (alle 20)a Roma davanti alla Sinagoga sul Lungotevere dè Cenci: sarà organizzato dalla fondazione della Shoah e dalla Consulta della Comunità ebraica. Ci saranno i sopravvissuti ai campi di sterminio che, presentati da Marcello Pezzetti, racconteranno i loro inferni. "Sono 13 i testimoni ancora vivi.

"27 Gennaio per non dimenticare".




Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
Il testo dell'articolo 1 della legge così definisce le finalità del Giorno della Memoria:
« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.[1] »
Da Wikipedia


sabato 22 gennaio 2011

Padre Paolino Tomaino da oltre 45 anni in Africa.

Il sindaco di Lamezia Terme Prof. Gianni Speranza Padre Paolino Tomaino
e il Presidente dell'associazione You and Me togheter Dott. Luigi Pingitore. 

Padre Paolino Tomaino missionario comboniano nasce a San Pietro Apostolo Catanzaro il 4 novembre del 1937 e dal lontano 1964 operante in Uganda a 300 chilometri sotto l'Equatore nel Sud-Ovest In tutti questi anni non si è limitato solo alla testimonianza cristiana ma numerose e notevoli sono le opere avviate e create. Scuole, ospedali, cooperative, dispensari sono stati realizzati da padre Paolino con la vicinanza e l'aiuto dei tanti amici italiani.

Progetti 

Padre Paolino

VI SONO MOLTO GRATO PER LA VOSTRA VICINANZA. SO CHE PARECCHI APRONO I NOSTRI SITI, PER SAPERE QUELLO CHE FACCIAMO NELLA MISSIONE DI RUSHERE, PER AIUTARE QUESTI NOSTRI FRATELLI E SORELLE. SPERO, MENTRE LEGGETE QUESTE COSE, OGNUNO DI VOI PUO' DIRE "PARTECIPO ANCH'IO IN TUTTO QUESTO". NON E' PADRE PAOLINO SOLO, E' UN'OPERA MERAVIGLIOSA IN CUI I PARTECIPANTI SONO TANTI, E TRA QUESTI VI SEI ANCHE TU. GRAZIE INFINITE, ANCHE A NOME DI COLORO CHE MI SONO VICINI, QUI A RUSHERE. TRA LE COSE GRANDIOSE CHE STIAMO FACENDO, C'E UN'OPERA DI CUI NON SI PARLA ABBASTANZA. PERCHE' INIZIATA DA POCO, L'OSPEDALE RURALE DI BURUNGA. TEMPO FA, IL SINDACO DI LAMEZIA , GIANNI SPERANZA, CON I SUOI COLLEGHI, DOPO AVER SENTITO PADRE PAOLINO PARLARE DELLA SUA MISSIONE, DECISERO DI EVOLVERE UNA CERTA SOMMA, A LORO DOVUTA, A FAVORE DELLA MISSIONE DI RUSHERE, PER FARE UN'OSPEDALE CON ALTRE OFFERTE DI TANTI ALTRI AMICI, DI OGNI PARTE D'ITALIA, SPECIALMENTE DELLE ASSOCIAZIONI "TU ED IO INSIEME","OLTRE LE PAROLE", ASSOCIAZIONI E GRUPPI MISSIONARI DI VARIE PARROCCHIE, E PERSONE DI LAMEZIA E DI ALTROVE, E' VENUTO FUORI UNA COSTRUZIONE IMPONENTE DI 20 STANZE. MA SONO TUTTE COMPLETAMENTE VUOTE, PURTROPPO LA GENTE NON ASPETTA DI AMMALARSI, QUANDO L'OSPEDALE E' TUTTO FINITO, NON APPENA UN DOTTORE ITALIANO, VOLONTARIO, E' COMPARSO A BURUNGA, LA GENTE SI E' PRECIPITATA A PORTARE I LORO AMMALATI.

SI DORME PER TERRA, LE STANZE SONO ANCORA UMIDE, SENZA PORTE E FINESTRE, MA LA GENTE NON VI BADA. VUOLE ESSERE DENTRO E AVERE LA MEDICINA. ORA FACCIO APPELLO A COLORO DI VOI CHE PENSANO DI DARE UNA MANO, PER COMPLETARE QUEST'OSPEDALE. PREPARARE QUESTE STANZE, PERCHE' GLI AMMALATI VENGANO RICEVUTI E CURATI COME ESSERE UMANI.

SE QUALCUNO SI SENTE DI DARE QUESTO CONTRIBUTO, LA STANZA POTRA' ESSERE DEDICATA AD UNA PERSONA DA LEI INDICATA. MA SOPRATTUTTO SI AVRA' LA GRATITUDINE DI TUTTI COLORO CHE USERANNO QUESTA STANZA, PERCHE' AD OGNI MODO, IL SUO NOME VERRA' SCOLPITO NELLA PIETRA DEL MURO. LA GENEROSITA' NON CONOSCE DIFFICOLTA' O CRISI GLOBALE.

A TUTTI UN AFFETTUOSO ABBRACCIO, CON LA PREGHIERA CHE CHI LEGGE QUESTO MESSAGGIO LO FACCIA SAPERE ANCHE AI SUOI AMICI.

Contatti 

Rushere Catholic Parish

P.o, Box 09 - Kiruhura - Uganda

Cell. +256 - 772.4141 - email: paolinombarara@yahoo.it

Gruppomissionar2008@yahoo.it



Gruppo missionario San Pietro Apostolo (CZ)

Ass.Solidarietà e Pace c/o parrocchia
88040 San Pietro Apostolo (CZ) - Tel. +39 - 0961.994207 ( Italy)

www.oltreleparole.org

Fonte : http://www.rusheremission.net/index.html

giovedì 20 gennaio 2011

La Certosa di Serra San Bruno Calabria.


Nel 1090 San Bruno di Colonia fu convocato a Roma dal suo antico allievo Urbano II. In seguito, quando Urbano II fuggì da Roma, a causa dell'invasione dei territori pontifici da parte dell'imperatore tedesco Enrico IV a cui segui l'elezione dell'antipapa Guiberto, Bruno si trasferì con la corte papale nell'Italia meridionale. Su proposta del papa Urbano i canonici di Reggio Calabria elessero Brunoarcivescovo, ma egli declinò la mitra per amore della sua vocazione contemplativa e con il desiderio di ritrovare al più presto la solitudine. In seguito richiese e ottenne il permesso di ritirarsi in solitudine negli stati normanni, recentemente conquistati dal conte Ruggero d'Altavilla, raggiungendo così il suo scopo.[1]
Il conte Ruggero gli offrì un territorio nella località chiamata Torre, nelle vicinanze dell'attuale Serra San Bruno, a 790 metri di altitudine, nel cuore della Calabria Ulteriore, l'attuale Calabria centro-meridionale. Qui fondò, in un luogo situato tra Arena e Stilo, l'eremo di Santa Maria.[2]
Egli descrisse la natura del luogo ricevuto in dono in una lettera indirizzata a Rodolfo il Verde, uno dei due compagni che fecero insieme a lui, nel giardino di Adamo, il voto di consacrarsi alla vita monastica:
« In territorio di Calabria, con dei fratelli religiosi, alcuni dei quali molto colti, che, in una perseverante vigilanza divina attendono il ritorno del loro Signore per aprirgli subito appena bussa, io abito in un eremo abbastanza lontano, da tutti i lati, dalle abitazioni degli uomini. Della sua amenità, del suo clima mite e sano, della pianura vasta e piacevole che si estende per lungo tratto tra i monti, con le sue verdeggianti praterie e i suoi floridi pascoli, che cosa potrei dirti in maniera adeguata? Chi descriverà in modo consono l'aspetto delle colline che dolcemente si vanno innalzando da tutte le parti, il recesso delle ombrose valli, con la piacevole ricchezza di fiumi, di ruscelli e di sorgenti? Né mancano orti irrigati, né alberi da frutto svariati e fertili »
Bruno ottenne il terreno mediante un atto steso a Mileto nel 1090. Arrivato nell'alta valle del fiumeAncinale, nelle vicinanze di Spadola (unico abitato allora esistente), ne seguì il corso verso una sorgente che si perdeva in un dedalo di piccole valli, di burroni e dirupi, dietro la radura di Santa Maria. Proprio in questa radura egli trovò «una buona fontana». Vicino alla stessa fontana vi era una piccola grotta e San Bruno si rallegrò d'aver trovato il luogo ideale per una fondazione monastica. Egli cominciò, quindi, ad organizzare i gruppi ed a fissare la loro rispettiva dimora: i padri, nella conca e radura del bosco (Eremo di Santa Maria); i fratelli conversi, con i servizi domestici, a circa due chilometri di distanza, nel monastero di Santo Stefano, destinato anche a ricevere coloro che non potevano seguire completamente le regole del deserto.
Più tardi, attorno al 1094, quando il conte Ruggero gli assegnò il guardaboschi Mulè (con figli), Bruno fece in modo che gli operai, parte dei quali sposati, si stabilissero a una certa distanza dai monaci, perché questi fossero da loro nettamente separati. Sorsero così le prime abitazioni che furono all'origine del paese di Serra.
Bruno, riprendendo il genere di vita che aveva condotto in Francia, trascorse così, nell'eremo di Santa Maria e nella vita contemplativa in solitudine, gli ultimi dieci anni della sua esistenza.
Avvenne in questo periodo una memorabile visita, l'incontro di Bruno con Lanuino (anche conosciuto come Landuino), il suo successore nel governo della comunità della Certosa francese, che intraprese un lungo e faticoso viaggio per incontrarsi con il fondatore dei certosini. Lanuino affiancò Bruno nella conduzione della comunità ermetica a tal punto che i diplomi di concessione, sia quelli normanni che quelli pontifici era indirizzati agli «amati figli Bruno e Lanuino».[3] Alla morte di Bruno la successione di Lanuino sembrava quindi certa ma evidentemente si verificarono dei dissensi all'interno della comunità e per appianarli dovette intervenire, quale legato papale, Riccardo cardinale vescovo di Albano che riuscì a risolvere la vertenza con successo, infatti il 26 novembre 1101 Papa Pasquale II confermava l'elezione ingiungendo a Lanuino di recarsi presso ilVaticano per il sinodo Lateranense del 1102. Lanuino rimase in carica fino al 1116 e assolse in questo periodo vari delicati incarichi per il pontefice diventando quasi un delegato apostolico; si occupò dell'annosa vicenda che coinvolgeva il monastero di San Giuliano di Rocca Falluca in cui un abate ritenuto indegno non voleva abbandonare la carica ed esaminò, insieme con i vescovi diReggio e Catania e l'abate di Sant'Eufemia le accuse mosse contro l'arcivescovo di PalermoGualtiero.[4] Nel frattempo aumentavano le donazioni e le immunità concesse da i re normanni alla certosa portando questa a divenire una grande signoria feudale.
Da Wikipedia.

Ricette crostata di nutella..

Ingredienti:
zucchero, 150 gr. 1 bustina di lievito per dolci, farina, 150 gr. cacao amaro, 75 gr. latte, q.b. 1 bicchiere di Nutella, mascarpone, 200 gr. burro per imburrare la teglia

Preparazione:
Unire lo zucchero, il cacao amaro, la farina e il lievito in una terrina. Amalgamare bene il tutto con tanto latte q.b. a fare una bella crema densa (1 bicchiere circa). Accendere il forno a 180°C. Imburrare ed infarinare una teglia di circa 25 cm di diametro. Versare tutto l'impasto. Cuocere in forno per circa 25 minuti. Nel frattempo preparare la crema unendo il mascarpone alla Nutella. Sfornare la torta. Lasciatela raffreddare e tagliatela per formare due dischi. Versare la crema sul primo disco e sovrapporre il secondo. A piacere spolverizzare con zucchero a velo.

Ricette torta di mele...

LA TORTA DI MELE
Un dolce molto amato...

1 Kg di mele
500 g. di farina "00" + 1 pizzico di sale fino
100 g. di burro + 1 noce di burro per la teglia
3 uova
200 g. di zucchero semolato
la buccia grattugiata di 1 limone + il succo
mezzo bicchiere di latte
1 bustina di lievito per dolci
zucchero a velo quanto basta
cannella quanto basta
1 bicchierino di liquore - rum o anice

Prendi una teglia rotonda, imburrala e cospargila di farina eliminando quella in eccesso.
Togli il burro e le uova dal frigo e lasciale a temperatura ambiente mentre fai le altre cose.

Sbuccia le mele, tagliane due a fettine sottili e il resto a dadini; cospargile di limone per non farle diventare scure. Intanto accendi il forno a 180°C.

In una ciotola lavora bene le uova con lo zucchero e aggiungi il burro ammorbidito a temperatura ambiente.
Lavora il composto finchè non diventa cremoso. Aggiungi la farina piano piano girando sempre con il cucchiaio, il pizzico (pochissimo) di sale e la buccia del limone grattugiata.
Sciogli il lievito nel latte ed uniscilo al composto continuando a girare, e per ultimo aggiungi il bicchierino di liquore.
Amalgama bene il tutto; l’impasto deve risultare morbido ma non liquido.

Tuffaci le mele a dadini e distribuiscile bene girandole con il cucchiaio.
Versa il tutto nella teglia e aggiungi le altre mele sistemandole in superficie una vicina all’altra con la parte curva verso l’alto e l’altra parte inserita nell’impasto.
Cospargi le mele con un po’ di zucchero semolato e un pizzico di cannella, se ti piace.

Cuoci la torta di mele in forno caldo per circa 50 minuti.
Controlla con uno stecchino se la torta di mele è cotta all’interno (lo stecchino deve rimanere pulito); se è cotta lasciala intiepidire a forno spento con sportello aperto.

Metti la torta di mele in un piatto da portata e cospargila di zucchero a velo.
La torta di mele non va mangiata calda.

Ricetta risotto allo Zafferano..

Far rosolare a fuoco lento in una pentola 30 grammi di burro e la cipolla tritata. Aggiungere il vino e quando sarà evaporato a metà aggiungere il riso. Lasciarlo insaporire per qualche minuto, poi unire lo zafferano e il brodo bollente un po' alla volta, mescolando di tanto in tanto. Lasciar cuocere a fuoco vivo e, quando il riso diventa al dente, aggiungere il burro rimanente e del parmigiano grattugiato. Lasciar riposare qualche minuto prima di servire.

Due grandi della Tv & Radio Luigi Grandinetti e Domenico Milani.

Due Grandi per le loro qualità artistiche Luigi & Domenico.
Al giorno d’oggi per riuscire a costruirsi una professione nel più tecnologico, futuribile, democratico, accessibile, semplice, accreditato, e forse anche “letto” fra i mass-media specificamente deputati alla divulgazione dell’ informazione,  non basta avere una seria base professionale alle spalle, non serve neanche essere creativi quanto basta, e, soprattutto nel nostro paese, non è assolutamente necessario, anzi forse può diventare un ostacolo avere un’idea rivoluzionaria, e loro due queste idee rivoluzionarie le hanno sempre avute, creando contenuti, sovente anche molto interessanti, spesso assolutamente originali.
Impegnandosi molto a far conoscere la nostra regione, il bello della Calabria, con l'intento di poter carpire in questi viaggi avventura in certi casi, le immagini i colori le tradizioni il folclore il senso di appartenenza alla nostra terra.
L'attento osservatore delle loro trasmissioni viene reso partecipe di un senso di familiarità di ricordi e sensazioni alcune volte soffermandosi su delle immagini anche di una Calabria di usi e costumi che va purtroppo scomparendo ma grazie a loro ancora rivive.

mercoledì 19 gennaio 2011

Ricette le crepes.

Preparazione

Le dosi sono per 12 crepes.
Mescolate bene la farina con il latte.
Aggiungete le uova e il sale e lavorate fino a ottenere una pastella liscia.
Ungete una padellina con il burro, scaldatela e versatevi un mestolino di pastella.
Muovete la padellina affinché la pastella ricopra tutto il fondo e cuocete fino a quando la crepe non risulti dorata.
Spalmate le crepes così ottenute di Nutella, ripiegatele in due o in quattro parti e servitele calde e spolverizzate di zucchero a velo.
Ingredienti e dosi per 4 persone 

40 cl di latte
250 g di farina
3 uova
1 presa di sale
Burro per friggere
Nutella
Zucchero a velo

Dalida un'artista di origine calabrese.


Da Wikipedia.
Dalida, nome d'arte di Iolanda Cristina Gigliotti (Il Cairo, 17 gennaio 1933Parigi, 3 maggio1987), è stata una cantante e attrice italiana naturalizzata francese.
È stata una delle maggiori interpreti della musica popolare internazionale.[1] Dal punto di vista timbrico la sua voce da contralto-mezzosoprano era caratterizzata da un'estensione di due ottave e da una tessitura di particolare profondità e intensità espressiva.

Nacque a Choubrah (piccolo sobborgo alle porte del Cairo) da genitori italiani,calabresi originari di Serrastretta, in provincia di Catanzaro (il suo nome sarà poi francesizzato in Yolanda). Il padre Pietro era primo violino all'Opera del Cairo. Dalida trascorre l'infanzia con i genitori e i due fratelli, Orlando e Bruno(detto anche lui Orlando) nella casa di famiglia sita in 11 Sharia Khumahawiyaà a Choubrah.
Durante l'infanzia è costretta ad indossare gli occhiali a causa di una malattia agli occhi che le provocherà un leggero (quantunque evidente)strabismo e che la costringerà a numerose operazioni anche in età adulta. Grazie al suo aspetto, a diciassette anni vince il concorso di bellezza Miss Ondine e, successivamente, la fascia di Miss Egitto che le aprirà le porte del mondo del cinema.
La cantante ha venduto 125 milioni di dischi, tra singoli e album, premiati da oltre settanta dischi d'oro, di platino e di diamante. Tra i molteplici riconoscimenti che le sono stati attribuiti figurano due Oscar mondiali della canzone - ricevuti nel 1963 e nel 1974 per Gigi l'amoroso - nonché, nel1975, il Premio dell'Académie du Disque français per il brano Il venait d'avoir 18 ans (ispirato alromanzo di Colette Le Blé en herbe, è stato uno fra i suoi brani più conosciuti in Italia con il titolo18 anni).
Insieme a Edith Piaf, Dalida è senza ombra di dubbio la cantante che ha maggiormente contrassegnato la musica leggera transalpina del XX secolo
In Joseph et ses frères (Giuseppe e i suoi fratelli, con Omar Sharif), doppia Rita Hayworth, di cui è una grande ammiratrice; nel 1954 entra a far parte del cast de La Masque de Toutankhamon (La maschera di Tutankhamon) e di Un verre, une cigarette (Un bicchiere, una sigaretta).
È il 3 maggio 1987 quando, a Montmartre, Dalida si toglie la vita, a vent'anni dal primo tentativo ed a dieci anni dal secondo. Accanto al corpo lascia appena un triste biglietto: Pardonnez-moi, la vie m'est insupportable (Perdonatemi, la vita mi è insopportabile).
Tra i primi a scoprire la tragedia è il fratello Orlando(Bruno), nominato erede universale e oggi custode dell'immagine di Dalida. La morte di Dalida lascia sotto shock la Francia intera; ai funerali, che si svolgono a Parigi nella chiesa della Madeleine, lo storico Claude Manceron la saluta con le seguenti parole:
« Yolanda arrivederci. Dalida grazie. »
Dalida è sepolta nel cimitero di Montmartre a Parigi, e accanto alla sua tomba si trova una statua commemorativa che la mostra con gli occhi chiusi rivolti allo spettatore. Nel 1997 è stata inaugurata a Montmartre una piazza in suo onore, Place Dalida, dove è stato posto un busto di bronzo dello scultore-disegnatore Aslan che la raffigura.
In occasione del ventennale della morte (3 maggio 1987-2007), il sindaco di Parigi, nonché grande amico di Dalida, Bertrand Delanoë ha predisposto una grande mostra commemorativa della figura di Dalida nei locali del Comune di Parigi (Mairie de Paris).
Il ciclo di manifestazioni commemorative ha compreso la realizzazione di un cofanetto di otto DVD con alcuni tra i filmati televisivi e documentaristici riguardanti l'artista, una compilation di cinque CD con le "cento più belle canzoni di Dalida", il DVD dal titolo Le sixième jour, e una versione per collezionisti del film di Joyce Bunuel Dalida, oltre a una versione rimasterizzata del film Io ti amo, mai pubblicato per il mercato dell'home video.
In Italia, a Serrastretta, paese delle radici italiane di Yolanda Cristina Gigliotti, a cura dell'Associazione Dalida l'artista viene ricordata con l'apertura della Casa Museo Dalida, la posa di un'opera bronzea "Dalida vista da Inis", l'intitolazione di un anfiteatro, la pubblicazione di un opuscolo intitolato "Da Serrastretta a Dalida 1962/2007", e l'uscita di un DVD frutto di un progetto didattico della locale scuola media in collaborazione con la stessa Associazione Dalida.
A ricordo di Dalida, Patty Pravo ha inciso l'album Spero che ti piaccia...Pour toi..., in cui interpreta alcuni grandi successi dell'amica e collega Dalida: Darla dirla dada (in greco), Bambino (in arabo), Salma ya salama (in arabo), Il Venat D'Avoir 18 Ans, Pour en arriver là,Comme si tu étais là, Fini la comédie, Col tempo. In passato Dalida aveva invece inciso la versione francese del successo di Patty Pravo La bambola, così come Tout au plus (Tutt'al più).
Il 17 novembre 2008 è uscito l'album Fleurs 2 di Franco Battiato che contiene, in omaggio a Dalida, la cover di Il venait d'avoir 18 ans, interpretata con la partecipazione di Sepideh Raissadat.
Nel maggio 2009 esce l'album, Toutes les femmes en moi di Lara Fabian, contenente un omaggio a Dalida: la cover del brano Il venait d'avoir 18 ans.

Ricetta cannelloni ripieni..

Dosi: per 5 persone
Tempo: 40 minuti

Ingredienti: 500 gr. di Cannelloni - 100 gr. di Mortadella - 250 ml di Besciamella - 300 gr. di Spinaci - 250 ml di Salsa di pomodoro - 200 gr. di macinato di Vitello - 200 gr. di Salsiccia - 1 Uovo - 1 cucchiaio di Parmigiano reggiano grattugiato - Sale
Un primo piatto molto ricco, adatto anche come piatto unico.

Preparazione:
Pulite gli spinaci e fateli lessare in una pentola piena d'acqua bollente e salata. Togliete la pelle della salsiccia e sminuzzatela. Fatela saltare in padella per una decina di minuti insieme alla mortadella tagliata a fette, la carne macinata, un po’ di sale ed il parmigiano reggiano. 

A fine cottura aggiungete l'uovo sbattuto e gli spinaci, amalgamando il tutto. Nel frattempo fate scottare i cannelloni in acqua salata bollente, scolateli e riempiteli con il preparato appena fatto. 

Sistemate i cannelloni in una pirofila con un po’ di salsa di pomodoro sul fondo e ricoprite con il parmigiano, la besciamella, ed un altro po’ di salsa. Mettete in forno e fate cuocere per 10 minuti circa. Servite i cannelloni caldi.

Accorgimenti:
Non fate cuocere completamente i cannelloni nell'acqua: devono essere molto al dente, in modo che rimangano compatti durante la cottura in forno.

Idee varianti:
Potete aggiungere al ripieno qualche spezia, come il pepe o la noce moscata, che arricchiscono i cannelloni di sapore.
Da gustosissimo.it

Gli antichi telai di Tiriolo

Tiriolo Piccolo e grazioso borgo del catanzarese di un panorama unico la cui vista abbraccia i due mari lo Ionio ed il Tirreno, ed è qui che...