Sarebbe cosa bella e gradita,risalendo a ritroso nella storia,descrivere il paese negli anni più antichi,ma entreremo in un discorso molto arduo e fiabesco,data la mancanza di atti certi.Possiamo iniziare dicendo che la storia di S.Pietro Apostolo trae origine da quella di Motta Santa Lucia,in quanto alcuni scontenti,andando via da quel paese e raggiungendo un piccolo colle sito ad ovest della zona ove ora sorge il paese,vi costruirono alcune capanne (pagliai): da qui la denominazione "Colla è Pagliara".Ma in un secondo tempo,verso il 1600,dato che quella zona si dimostrò pessima per il soffiare dei venti,si spostarono più ad est,punto ove ora sorge il paese,e vi iniziarono la costruzione,oltre che delle loro case,anche di una Chiesa,dopo aver ottenuto dal principe di Tiriolo di poter coltivare ad enfiteusi i terreni appartenenti ai suoi feudi.Per questo fu costruito al centro del paese un grande magazzino per contenere le derrate e che successivamente diede il nome di "Magazzino" al rione dove esso sorge.A questa zona fu dato il nome di San Pietro a Tiriolo,che,dopo aver avuto l'autonomia amministrativa,fu cambiato in San Pietro Apostolo nel 1860,ed a ciò contribuì anche la sosta che il valoroso Giuseppe Garibaldi fece in questo paese il 28 del mese di agosto del 1860 in casa Tomaini nella sua trionfale avanzata verso il Napoletano durante l'eroica spedizione dei Mille.Generale che fu accolto molto benevolmente dalla popolazione Sanpietrese anche se c'era chi, stupito ed incredulo,osservava curioso dalle finestre socchiuse delle case,la strada gremita.Molta gente di S.Pietro si unì all'eroe "dei due mondi"ed il giorno dopo avvenne in Soveria Mannelli il grande disarmo Borbonico che contribuì a portare il nostro meridione verso la libertà,con l'annessione al Regno di Sardegna si diede vita all'Italia unita.Ma anche se l'Italia era fatta bisognava "fare gli italiani".Basti infatti pensare che lo Stato Borbonico era uno stato del "tirare a campare",nel senso che non opprimeva con molte tasse i suoi sudditi perchè le spese pubbliche erano quasi nulle.Ma lo Stato Italiano era appena fatto ed in più ingrandito ,non c'è la faceva,quindi,a tirare avanti così come stavano le cose ,mise allora delle tasse,le quali sembrarono molto aspre al popolo meridionale, ed istituì la coscrizione obbligatoria.Ciò diede vita al fenomeno del brigantaggio,che,dalle maggiori città dell'ex regno borbonico,si sviluppò in quasi tutti i paesini,raggiungendo anche il nostro.
Con lo scoppio della 1° Guerra Mondiale si ebbero per la popolazione del paese le prime grandi perdite,perdite che non vi furono soltanto,con l'applicazione della coscrizione obbligatoria,per la valorosa partecipazione al conflitto,ma anche nella popolazione civile a causa della diffusione,verso la fine del conflitto, di una epidemia mortale che fece molte vittime specie negli anziani e nei bambini,"la Spagnola"(si tramanda che i falegnami non riuscivano a costruire delle idonee bare,ma solo "quattro tavole inchiodate" e non vi era partecipazione al rito funebre per il pericolo di contagio).
Le vittime si moltiplicarono nel secondo conflitto mondiale specie per la partecipazione,insieme ai tedeschi,alla campagna russa.il conflitto fu vissuto direttamente da parte della popolazione sanpietrese,anche se i bombardamenti non interessarono il centro abitato,ma le campagne circostanti,per la ubicazione di un Hospedale militare nell'edificio delle scuole elementari (l'hospedale era contrassegnato con lo stemma della Croce Rossa Italiana sul tetto).
Negli anni 50, con l'abbandono di un'economia prettamente agricola,iniziò una vera e propria crisi occupazionale,per cui il paese fu interessato da una vasta ondata migratoria,verso l'Italia del nord,dove,per l'ampliamento del settore industriale,vi era una grande ricerca di manodopera,ondata che ridusse gli abitanti del paese dalle circa 3500 unità alla metà e che continuò anche se con minore entità,nei decenni successivi.
E' da sottolineare,altresì,che in un disastro ferroviario delle Ferrovie Calabro Lucane oggi Ferrovie Della Calabria il 23/12/1961,avutosi per il deragliamento di un vagone nella scarpata adiacente alla Fiumarella,morirono 7 persone residenti a S.Pietro Apostolo.
Politicamente,all'avvento della Repubblica ad oggi,i vari sindaci che si sono succeduti,hanno dato,chi più chi meno,una mano per portare il paese verso il progresso ed il benessere collettivo e per cercare di abbellirlo in ogni sua parte,a ciò basti pensare,ad esempio,alle strade costruite per snellire il traffico del centro cittadino ed ai lavori di recupero del centro storico.
Tratto dal libro "Un paese dal nome imponente San Pietro Apostolo viaggio nella storia,nella vita,nelle tradizioni. Di Antonio Sacco e Antonio De Santis.
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