
Dal momento della sua Immacolata Concezione e per tutta la sua vita, la Vergine ha tenuto il capo di Satana sotto il suo calcagno (Libro della Genesi 3,15). Ma non avendo questi potuto corrompere con il suo veleno il corpo e l'anima della Vergine, ha schizzato tale veleno sul suo cuore di Madre, addolorandolo senza misura. Anche adesso che Maria è nella beatitudine del paradiso, le offese che facciamo a suo Figlio salgono come frecce a ferire il suo cuore di Madre, riaprendo le ferite del Venerdì santo.
Dall'alto della croce erano scese lente le ultime parole del Cristo. Maria le aveva tutte raccolte, poiché anche un solo sospiro del Crocifisso era aspirato dalla sua sensibilità materna.
"Donna, ecco tuo figlio!" (Vangelo di Giovanni 19,26). Maria ci dà la vita dello spirito attraverso il suo dolore, poiché se Lei era immune dalla condanna della sofferenza del parto e della morte (Libro della Genesi 3,16), per cui non soffrì nel dare alla luce Gesù e non soffrì nell'esalare l'ultimo respiro, il suo cuore si spezzò per darci la vita dell'anima. Noi nasciamo alla grazia attraverso il varco aperto dal suo dolore di Madre. Per questo è proclamata Madre dell'umanità.
La parola più ripetuta da Gesù, in quel crudele pomeriggio d'aprile, era questa: "Mamma!". Quel nome, mano a mano che l'asfissia della morte cresceva, era sempre più spesso invocato dal Crocifisso. Egli ormai aveva tutto detto e tutto compiuto. Aveva affidato l'anima al Padre, anche se il Padre chiamato non si mostrava ma anzi si ritirava in un silenzio da far paura agli angeli. E allora chi avrebbe dovuto chiamare in quel momento terribile, se non Maria? Chi più di Lei poteva sentirlo in quello sgomento? Chi più di Lei lo amava?
Gesù chiamò la Madre con urlo di lacerante dolore che trafisse i cieli. II "grande grido", di cui parlano gli evangelisti (Vangelo dí Matteo 27,50; Vangelo dí Marco 15,37), fu questa parola. I Vangeli non lo dicono, ma lo dice lo Spirito che illumina i Vangeli. Maria raccolse quel grido e portò in sé quel lamento come una spada di fuoco sino al mattino pasquale, quando Gesù entrò sfolgorante più del sole nella stanza dove Lei pregava. Il sepolcro le aveva portato via l'Uomo-Dio, ma le restituiva il Dio-Uomo: perfetto nella sua virile Maestà e giubilante per la prova compiuta. In quel momento di paradiso, fu ancora questa la prima parola: "Mamma!". Un richiamo non più di dolore come sulla croce, ma di gioia incontenibile, di cui Gesù faceva partecipe Maria stringendola al suo Cuore divino.
La Madre, che per prima ha portato la pesante croce con Gesù, per prima ha contemplato la gloria della risurrezione del Figlio che le apparve al primo raggio di sole nel giorno dopo il sabato. Anche in questo caso i Vangeli non lo dicono, ma lo dice lo Spirito che illumina i Vangeli.
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