Il viaggiatore che visitando la Calabria lascia le strade di grande comunicazione per addentrarsi nella S.S.19 delle Calabrie,si accorge subito di essersi addentrato in un mondo molto diverso da quello appena lasciato,dalle strade dritte ad alta velocità si passa a quelle tortuose,dalla natura marittima a quella erta.
E proprio in questo contesto paesaggistico montuoso (al km.342 della predetta strada nazionale) sorge maestoso un ridente paesello che porta il nome di S.Pietro Apostolo.
Situato sulla diramazione dell'appennino silano,su un declivo collinoso prospiciente il monte Portella,è posto a 750 m.sul livello del mare,vantando per la sua esposizione un clima mite d'inverno ed attraente d'estate,e confina a nord ed a est con il comune di Gimigliano,a sud con i comuni di Tiriolo e Miglierina ed a ovest con il comune di Serrastretta.
Possiede due piccole frazioni (sedi di attività imprenditoriali),che quasi lo delimitano in larghezza,l'una chiamata Tufolo Pasqualazzo (sede anche di attività ricettive alberghiere) e l'altro Bivio Zeta.
Su una superfice alquanto infinitesima,considerabile per 9 km.nella lunghezza ed appena 500m.nella larghezza,il suo territorio racchiude una varietà di motivi geologici quale è dato raramente di incontrare in un'area così limitata.Già l'aspetto del paesaggio denuncia questa grande varietà geologica,dalla zona pianeggiante e fertile,ricca di campi e generosa di raccolti,alle colline pedemontane sedi di vigneti,uliveti ed altri alberi da frutto,e più in alto coperte di boschi di castagni e di querce,fino alle cime montuose ammantate di pini e di abeti,incombenti sulle vallate ad uso di pascoli.
Per quanto riguarda le comunicazioni,oltre alla già citata S.S.19,esiste uno scalo ferroviario delle ferrovie della Calabria situato nel territorio di Gimigliano a 4 km dal paese,al quale è collegato con un accurato servizio di autobus.
L'attento osservatore che,dall'alto del territorio occidentale (1050 m.sul livello del mare),volge lo sguardo verso la valle del fiume Corace intravede i ruderi dell'antico convento di Corazzo che ebbe a Priore Padre Gioacchino Da Fiore di spirito profetico dotato,convento che fu distrutto nel 1820 dai Francesi e che dopo numerosi anni di abbandono si sta ristrutturando.Guardando dal lato opposto lungo la valle dell'Amato si possono vedere invece i due mari che costeggiano la Calabria,quali il Jonio ed il Tirreno,e,se la giornata è limpida,anche il territorio della Sicilia intravedendo l'isola di Stromboli dell'arcipelago delle Eolie o Lipari e anche ma molto raro il vulcano dell'Etna.
Tratto dal libro Un Paese dal nome imponente San Pietro Apostolo viaggio nella storia,nella vita,nelle tradizioni di Antonio Sacco e Antonio De Santis.
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