giovedì 6 aprile 2017
San Pietro Apostolo e il Gen. Garibaldi
San Pietro a Tiriolo, si, cosi fu dato il nome e dopo aver avuto l'autonomia amministrativa fu cambiato in San Pietro Apostolo nel 1860, ed a ciò contribuì anche la sosta del Generale Giuseppe Garibaldi durante l'eroica Spedizione dei Mille, infatti la notte del 28 agosto del 1860 riposò in casa di Don Anselmo Tomaini nella sua trionfale avanzata verso il Napoletano. Una curiosità la tazzina dove il Generale Garibaldi bevve il caffè è ancora gelosamente custodita dai discendenti Tomaini.
Dagli scritti dell'epoca "Ci rimettemmo alacremente in viaggio traversato Tiriolo, la notte si prese stanza a San Pier di Tiriolo (oggi San Pietro Apostolo). Io alloggiai in una umile casa privata in compagnia del sottotenente Picozzi, del capitano Canzio e di Antonio Gallenga.
Dopo cena continuarono a letto le più pazze risate per uno schioppettio di motteggi di codesti due uffiziali burloni a tutte spese del Gallenga.
Ma ecco d'improvviso ci sentiamo diabolicamente abburattati, con il cigolio di porte, di stipiti, di travi e di muraglie. Io caddi dal letto; Gallenga n'era sceso, e barcollando come briaco, sillabò: Il terremoto! I sussulti e le sue oscillazioni perseveravano. Io agguantai in tempo la lucerna in atto di capovolgersi e la mantenni accesa. La sua luce tremolante illuminava a sprazzi la guancia costernata, il costume in naturalibus e le capriole del Gallenga; laonde più potè in noi in questo quadretti fiammingo che la coscienza della sovrastante ruina, e abbiamo riso sino ad averne lo stomaco doloroso. (Infatti ci fù una scossa di terremoto). Seguita la calma, l'ex -regicida,ricoricandosi, mormorava fra i denti: Il malanno e la malapasqua. La stanchezza ci vinse e dormimmo sino all'alba, insensibili a nuove ma più umani scosse.
All'alba in sella. A ventiquattro guide, comandate da Nullo, fu commessa una ricognizione sul nemico trascinatosi alcune miglia là.
Badate, Garibaldi raccomandò secondo il consueto, di non inoltrarvi troppo.
Io m'aggiunsi a quello stuolo d'amici, e via.
Dopo otto miglia eccoci al tu per tu coi posti avanzati delle tre brigate. Erano le cinque ore. Un torrentello separavali da noi. Discernevamo i comignoli delle case e il campanile del villaggio di Soveria situato in una valle oblunga. I garibaldini a Soveria Mannelli, dove ottennero la resa dei soldati borbonici.
Al Generale Garibaldi vennero dedicate diverse lapidi che ancora oggi possono esser lette in quanto affisse sulla parete di casa Tomaini, in particolare la seconda venne posta alla presenza del nipote del Generale nel 1960 (centenario della sosta nel paese); essa riporta così:
DA QUESTA CASA IL 30 AGOSTO1860
GIUSEPPE GARIBALDI
MOSSE ALLA VOLTA DI SOVERIA MANNELLI
QUESTA POPOLAZIONE
OGGI COME IERI
COMPATTA NELLA ESALTAZIONE
DEI SUPREMI IDEALI
DI LIBERTA' E DI GIUSTIZIA
CON COMMOSSO ORGOGLIO NE COMMEMORA
IL CENTENARIO
S. PIETRO APOSTOLO 29 - 8 - 1960
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