venerdì 18 marzo 2011

L'ora della terra il 26 marzo senza luci.


 Torna l'Ora della Terra del Wwf, la più grande mobilitazione per il pianeta. Si terrà il 26 marzo ed invita ciascuno non solo a spegnere simbolicamente le luci per un'ora, ma ad intraprendere azioni "verdi" che durino una vita intera.
L'iniziativa, che nel 2010 ha spento le luci di 1200 tra i monumenti più famosi del mondo - da Fontana di Trevi alla Tour Eiffel, fino alle Piramidi egiziane e alla Città Proibita di Pechino - coinvolgerà oltre un miliardo di persone, migliaia di imprese e istituzioni. Lo scorso anno furono 4.500 le città che parteciparono e 128 i Paesi di tutto il mondo. Testimonial come Francesco Totti, Gisele Bundchen e il Nobel per la pace Desmond Tutu, aderirono all'iniziativa, salutata con favore anche dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki Moon.
Dopo aver spento praticamente il mondo intero, l'edizione 2011 vuole andare oltre, sotto il segno del nuovo logo "60+". "Se vogliamo dare al mondo un futuro migliore - afferma nella nota il Wwf - dobbiamo trasformare le nostre società, tagliare le emissioni inquinanti per vincere la sfida dei cambiamenti climatici, e perseguire un'economia nuova, rispettosa degli equilibri del pianeta e di gran lunga vantaggiosa anche per il benessere dell'uomo".
Il Wwf invita tutti, cittadini, istituzioni, imprese, scuole, a unirsi a questo grande movimento globale, aderendo sul sito www.wwf.it/oradellaterra, scegliendo e "inventando" stili di vita che fanno bene al pianeta, e partecipando alle moltissime iniziative che la sera del 26 marzo saranno organizzate in tutta Italia: eventi di piazza nelle principali città, cene a lume di candela, visite notturne nelle Oasi WWF, osservazioni delle stelle, concerti, spettacoli e iniziative di ogni genere.
www.wwf.it/oradellaterra
Immagine tratta da Google.

Nessun commento:

Posta un commento

Gli antichi telai di Tiriolo

Tiriolo Piccolo e grazioso borgo del catanzarese di un panorama unico la cui vista abbraccia i due mari lo Ionio ed il Tirreno, ed è qui che...